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Da piazza Calvario si procede verso la collina di Gabbara, seguendo indistintamente una delle due strade. E' consigliabile quella di destra che segue la serra dei Gessi, un massiccio di gesso selenitico di grande interesse geologico-botanico su cui è ancora percorribile un'antica mulattiera utilizzata dagli zolfatai per il trasferimento dello zolfo e degli uomini dalle abitazioni al piccolo bacino zolfifero di Gabbara, posto a nord-ovest dell'abitato. Lungo il tragitto si osservano antiche cave di gesso, materiale fondamentale per la costruzione delle abitazioni tradizionali. Ancora oggi il gesso viene lavorato e utilizzato in campo edile.
La contrada Gabbara, rientrante nell'antico feudo Mercato Vallone, era sfruttata per la coltivazione dei cereali, come ricorda l'etimo del toponimo, e solo a inizio del XIX secolo prese piede l'estrazione dello zolfo, grazie all'attività imprenditoriale del principe Galletti, proprietario dell'area, il quale concesse in gabella diverse miniere, tra cui quella di "Gabbara vecchia". In quest' area, furono parecchie le bocche che si aprirono nel corso dei decenni ed ognuna di esse porta un nome specifico. Le miniere si chiusero definitivamente negli anni '60 del secolo scorso. Rimangono molte tracce di questo mondo minerario che ha segnato l'economia e la società del tempo. E' fruibile l'area attrezzata e il percorso minerario che risulta interessante per le strutture ivi esistenti, quali i calcheroni e le discenderie accessibili ai visitatori. Dal punto di vista naturalistico, la zona si caratterizza per la presenza di un bosco di eucalipti impiantato negli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso.
Un impianto architettonico scenografico e maestoso per drammatizzare la sacra rappresentazione della Scinnenza e per custodire le vare della via Crucis.
Un percorso suggestivo lungo la strada per il Gabbara che richiama alla memoria le attività solfifere di un tempo, la principale fonte di lavoro di un passato vicino.
Area protetta dal 1992, “Gabbara” è una zona boschiva, un percorso dedicato agli amanti dell'archeologia industriale, della geologia e della flora e fauna.
Occupa una superficie di circa 3000 mq ed è articolato su tre livelli, visitabili tramite un percorso interno delimitato da capanne, case tradizionali e recinzioni in paletti di castagno.