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In ogni paese è presente il Calvario, luogo sacro individuato in posizione isolata rispetto all'abitato. In genere sono piccole strutture su cui vengono piantate le tre croci e sono meta ogni anno dei riti della settimana santa. Nell'800 il Calvario di San Cataldo era posizionato su una grotta che fungeva da chiesetta. Essa fu chiusa al culto da mons. Stromillo, vescovo di Caltanissetta dal 1844 al 1858, così il Calvario fu trasferito nell'attuale area registrata in un documento del 1861. Nel nuovo sito, fu elevata una cappellina su cui furono piantate tre croci, poi nel 1963 l'on. Giuseppe Alessi si attivò per far realizzare l'attuale struttura, unica nel suo genere in Sicilia. È costituita da un impianto architettonico scenografico e maestoso per drammatizzare la sacra rappresentazione della Scinnenza e per custodire le vare, cioè i gruppi statuari della via Crucis in cartapesta di provenienza leccese.
Da un corpo centrale si proiettano due bracci a forma semicircolare, tanto da suggerire un'idea di unità spaziale e un sistema di rapporti interdipendenti tra il palcoscenico e gli astanti. Nelle cappelle da decenni non sono più conservate le vare, ma qualche anno or sono si è provveduto a incastonare le quattordici stazioni della Via crucis e quattro della Via lucis. Pannelli in ceramicafrutto della maestria di artigiani rappresentanti ben 17 località italiane dove la tradizione ceramista è ancora oggi attiva e fiorente. In questa schiera di bassorilievi, va annoverata anche la scultura creata dai due istituti d'arte sancataldesi.
L'opera monumentale inaugurata nel 2011, vide la partecipazione dei maestri ceramisti di
Castelli (TE): I stazione, “Gesù è condannato a morte”.
Faenza (RA): II stazione “Gesù caricato della croce”.
Mondovì (CN): III stazione “Gesù cade pe la prima volta”.
Grottaglie (TA): IV stazione, “Gesù incontra sua madre Maria”.
Oristano(OR): V stazione, “Simone di Irene porta la croce di Gesù”
Impruneta (FI): VI stazione, “La Veronica asciuga il volto a Gesù”.
Sciacca (AG): VII stazione, “Gesù cade per la seconda volta”.
Caltagirone (CT): VIII stazione, “Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme”.
San Lorenzello (BN): IX stazione, “Gesù cade per la terza volta”.
Tavullia (PU): X, stazione “Gesù è spogliato dalle vesti”.
Deruta (PG): XI stazione” Gesù è inchiodato sulla croce”.
Nove (VI): XII stazione, “Gesù muore sulla croce”.
Albisola Superiore (SV): XIII stazione, “Gesù è deposto dalla croce”.
Lodi: XIV stazione, “Gesù è sepolto”.
San Cataldo (CL): XV stazione, “La resurrezione”.
Santo Stefano di Camastra (ME): XVI stazione “Gesù appare alla maddalena”.
Gualdo Tadino (PG): XVII stazione, “Gesù e i discepoli di Emmaus”.
Ariano Irpino (AV): XVIII stazione, “Gesù appare agli apostoli”.
Dirimpetto al Calvario la chiesetta del Signore dei Misteri chiude la piazza. Fatta erigere fuori dall'abitato, lungo la trazzera per Mussomeli, da tale Giuseppe Lo Monaco nel 1770, fu dedicata al Signore del Mestiere e non dei Misteri come poi verrà appellata dal clero. Ricostruita nel secondo dopoguerra e reintitolata a San Francesco d'Assisi, in tempi recenti è stata nuovamente assegnata al Crocifisso. Ci appare modesta e semplice nel prospetto che termina con un campanile a vela sguarnito però di campana.
Un impianto architettonico scenografico e maestoso per drammatizzare la sacra rappresentazione della Scinnenza e per custodire le vare della via Crucis.
Un percorso suggestivo lungo la strada per il Gabbara che richiama alla memoria le attività solfifere di un tempo, la principale fonte di lavoro di un passato vicino.
Area protetta dal 1992, “Gabbara” è una zona boschiva, un percorso dedicato agli amanti dell'archeologia industriale, della geologia e della flora e fauna.
Occupa una superficie di circa 3000 mq ed è articolato su tre livelli, visitabili tramite un percorso interno delimitato da capanne, case tradizionali e recinzioni in paletti di castagno.